INIZIA L’ESPLORAZIONE
FAMUPORDENONE
Fotografie di Alice Durigatto.
op.1
Scolapasta
di Tom Bino
Nell’opera Scolapasta, il genio creativo di Tom Bino trasforma il quotidiano in un’esperienza artistica avvincente. I buchi quadrati posizionati a livello del terreno, filtrano l’acqua bollente della strada: cosa rimarrà nel piatto? L’opera ci invita a considerare la sua funzione primaria: filtrare. Come le sfide della vita, lo scolapasta seleziona con cura ciò che trattiene e ciò che lascia fluire via. L’acqua bollente, che scorre attraverso i buchi, diviene una metafora delle sfide e delle tribolazioni che incontriamo. Ciò che resta nel piatto rappresenta ciò che sopravvive, ciò che è essenziale. Ciò che ci definisce.
> materiali: ghisa, vernice acrilica
op.2
Natura 1 Cemento 0
di Cirri
La natura reclama il proprio spazio all’interno del freddo abbraccio della città, una sinfonia di contrapposizioni visive ed emotive. Una scala avvolta e invasa da Parthenocissus tricuspidata, come una cascata rampicante che sfida l’austerità del cemento circostante. Qui, la natura non è solo una forza, ma una figura materna che reclama ciò che le spetta. L’opera sottolinea l’incessante lotta tra la crescita naturale e il rigido mondo artificiale: nonostante gli sforzi umani di dominare la terra, la natura troverà sempre un modo per rivendicare la sua influenza.
> materiali: cemento e Parthenocissus tricuspidata
op.3
Pista di atterraggio
di Lukla
L’opera rappresenta un’immersione multisensoriale nell’esperienza dell’arrivo e della partenza. La pista si dispiega come un rito di passaggio, un percorso di scoperta che richiama un’importante interazione tra l’individuo e il mondo circostante. Il mosaico di piastrelle e ciotoli si fonde con il cemento, creando una trama unica e tattile. Il tactil grès aggiunge una dimensione sensoriale, invitando gli spettatori a esplorare l’opera attraverso il senso del tatto.
Cosa significa atterrare? Toccare terra. L’autore Lukla ci sfida a considerare la nostra relazione con il passato, il presente e il futuro mentre percorriamo il cammino della vita.
> materiali: piastrelle, ciotoli, cemento e tactil grès
op.4
Tappeto volante
di Super Mini Mondo
Nell’opera evocativa Tappeto Volante, un mondo microscopico prende vita attraverso un vortice di elementi naturali e fantastici. Un laghetto raccoglie le attenzioni, uno specchio d’acqua sereno dove insetti di ogni genere danzano sulla superficie. Ogni movimento genera cerchi concentrici, creando un gioco di riflessi e onde che rispecchia il ritmo stesso della vita. L’osservatore è intrappolato in questo microcosmo, avvolto da un senso di meraviglia e mistero.
Ninfee, unite tra loro in una sinfonia di forme e colori, evocano la sensazione di un tappeto magico. Questo insieme fiorito sembra fluttuare proprio come l’immaginario tappeto delle leggende orientali, pronto a portare chiunque in un viaggio verso mondi sconosciuti. La disposizione degli elementi suggerisce una scacchiera solare, un simbolo di ordine e connessione con le sfere celesti.
Proprio come un dipito di Monet, Tappeto Volante ha due facce: una reale e una fantastica. La superficie d’acqua riflette la realtà circostante, catturando la vita quotidiana dei suoi abitanti. Tuttavia, nel mondo dei sogni e dell’immaginazione, il laghetto diviene un portale per l’ignoto, per avventure oltre i confini della realtà.
> materiali:acqua, erba, ninfee, foglie, semi, insetti, anfibi, pesci
op.5
Fortezza
di Gio Ponte
Simbolo di potenza e protezione, l’opera cattura l’essenza stessa di una fortezza sicura con un senso di invulnerabilità inciso nelle sue linee. Come un ponte sospeso, le transenne austere, solitamente un simbolo di separazione, qui si rivela come un potente simbolo di unità e difesa: un confine protettivo, evoca la risolutezza dell’individuo nel preservare ciò che considera prezioso.
Attraverso la trasformazione di un elemento di design comune in un’opera d’arte suggestiva, Gio Ponte ci invita a riflettere sul nostro istinto di protezione e sulla ostra paura di cadere: un richiamo all’importanza di costruire muri che ci difendano senza però perderci di vista.
> materiali: cemento, tubolari in ferro, terra, erba
op.6
Stato di ebrezza
di Rumenta
L’opera si manifesta come un cestino storto che pende, un’immagine che evoca l’instabilità e l’effetto di uno stato di ebbrezza. Gli edifici circostanti, precedentemente considerati dritti, ora sembrano inclinati e fuori allineamento. Un cambio di prospettiva induce un senso di vertigine e di disorientamento, esemplificando l’esperienza di una serata da capogiro.
L’artista cattura un momento di percezione alterata. L’atto di “storcersi” per vedere dritto diventa una metafora per il modo in cui affrontiamo i cambiamenti nella nostra percezione e nel nostro stato mentale. Per comprendere appieno ciò che ci circonda, a volte è necessario adottare un punto di vista diverso. Il “bidone stortamente dritto” sfida la nostra percezione del mondo: un invito a esplorare l’ambiguità e la fluidità delle esperienze umane, rivelando che, come il cestino sempre “preso bene,” ciò che è considerato normale può essere sorprendentemente sfuggente.
> materiali: ferro, plastica, cemento, equilibrio
op.7
I cavalieri senza testa
di Zodiac
Questa creazione artistica è un tributo avvincente alla leggenda dei cinque cavalieri della Valle Addormentata di Washington, una storia che si intreccia con la ribollente corrente della rivoluzione.
Le statue decapitate, scolpite nel marmo, catturano l’occhio dell’osservatore con la loro presenza imponente e al contempo inquietante. L’assenza delle teste suggerisce un’idea di identità sfumata e di perdita, mentre la loro posa rimane vigorosa e determinata. Queste figure sembrano evocare le sfide affrontate dai cavalieri senza volto, che hanno scelto di sacrificare le loro identità individuali per un’identità collettiva.
La pietra naturale, plasmata dall’artista e resa ancora più intrigante dall’effetto del tempo, suggerisce che le rivoluzioni non si sviluppano da un giorno all’altro, ma si costruiscono attraverso processi lenti e talvolta tumultuosi. Un invito a riflettere sulla lotta per la giustizia, sull’identità e sulle sfide che ci troviamo ad affrontare in un mondo sempre più complesso: la forza dirompente della rivoluzione risiede nella capacità di sfidare la norma, riformare le proprie identità e abbracciare il cambiamento.
> materiali: marmo, tempo, licheni
op.8
Biglie in circuito
di Play Ground
In quest’opera, la quotidianità si trasforma in avventura. Canaline di drenaggio e tombini di una piastra di cemento si trasformano in una pista da biglie immaginaria.
La pista da biglie, con i suoi vortici e curve, diventa un veicolo che ci spinge oltre i confini della percezione comune. Così come un tombino che sprofonda, soglia per un mondo sconosciuto. L’opera ci sfida a considerare le possibilità nascoste nella vita di tutti i giorni e a vedere l’ordinario sotto una luce straordinaria. Come una pista da biglie che si snoda attraverso un paesaggio unico, siamo incoraggiati a giocare, esplorare e a ricordare che la vita stessa è un playground di opportunità e avventure in attesa di essere scoperte.
> materiali: cemento, fooglie, aghi, rami
op.9
Bakeka
di Giovanni Antonio de Sacchis – il Pordenone(se)
Un muro interattivo, un libro bianco aperto a tutti, un simbolo di connessione e condivisione all’interno della comunità. Un sottoportego aperto dove persone di ogni età e provenienza possono esprimersi liberamente. Come un viale dei graffiti moderno, la parete bianca si trasforma in una bacheca vivente, il luogo dove le voci di chiunque possono risuonare. Annunci personali, richieste di aiuto, dichiarazioni d’amore e denunce di ingiustizie coesistono in un’unica cornice, creando un ritratto variegato della comunità stessa.
La bacheca diventa un riflesso dell’anima di una città, una finestra aperta sulle speranze, i bisogni e le aspirazioni dei suoi cittadini. Ogni annuncio, senza censure, diventa un tassello di un mosaico sociale in evoluzione, testimone unico e tangibile del passaggio di persone sconosciute nel tempo e nello spazio. Ogni individuo è membro prezioso di una rete interconnessa.
> materiali: spray, pennarello, stencil su intonaco
op.10
Ardiente Paciencia
di Skár Meta
Una bocchetta per le lettere attraversa una spessa e austera porta in legno: un sottile varco, una soglia tra mondi, un simbolo dell’accesso a nuovi orizzonti attraverso le parole. L’inferriata a forma di # evoca un chiaro riferimento all’uso dell’hastag nei social network, connessione tra testi e lettori.
Il numero 24, significativo per la sua associazione con le ore di un giorno, aggiunge un elemento di temporalità all’opera. Questo numero, talvolta interpretato come la somma di esperienze trascorse e future, sottolinea l’idea del passare del tempo e della progressione delle storie.
Ardiente Paciencia afferra le emozioni dell’opera di Skár Meta e le incarna in un’opera d’arte tangibile. L’opera si sviluppa come un “paciencia” ardente, un’attesa intensa e paziente per tutte quelle lettere (o messaggi in DM) che stiamo aspettando.
> materiali: legno, ferro, ceramica, attesa
op.11
Ponte per formiche
di Zeta La
Un’ode alla vita nascosta e alle piccole creature che popolano il nostro mondo. Una scala, apparentemente riservata per emergenze, si stende in una posizione tranquilla, avvolta da rampicanti incolti. Questa scala, solitamente destinata a momenti di necessità umana, diventa un simbolo di connessione inaspettata tra il mondo degli esseri umani e quello delle formiche. I rampicanti incolti suggeriscono una sorta di abbandono, ma la presenza della scala ne trasforma il significato, trasmettendo un senso di opportunità e apertura.
Un gesto di gentilezza e comprensione che ci ricorda la complessità e la diversità del mondo naturale. Un’opera che nasce per coltivare il senso di cura e rispetto per tutte le forme di vita, anche le più insignificanti agli occhi dell’uomo.
> materiali: tubolari in ferro, antiruggine, rampicanti, formiche rosse
op.12
Pistop Bronx
di William Tunnel
Un passaggio che collega mondi distinti, simbolo di avventura e transizione. Questo sottopassaggio “per il nuovo mondo” è più di un semplice corridoio fisico; si offre come una porta per un territorio in cui il brutto e il bello, la sfida e la fortuna, si intrecciano in un gioco imprevedibile.
Cosa trovi in fondo al tunnel? Da un lato la parola, l’umano, l’urbano: esperienze inaspettate e incontri che possono cambiare il corso delle nostre vite; dall’altro lato “il mondo della natura”: alberi maestosi, cespugli intricati, animali curiosi e fragranze floreali. Questo mondo incantato è un richiamo a ritornare alle nostre radici naturali, a riconnetterci con l’ambiente che ci circonda e a riscoprire la bellezza e la serenità della natura.
L’opera Pistop Bronx diventa quindi un viaggio attraverso dualità e contrapposizioni, offrendo la possibilità di esplorare mondi differenti. Un invito a varcare la soglia e a scoprire cosa si cela al di là di queste porte immaginarie.
> materiali: vetrine, serramennti inn alluminio, cemento, alberi, marmo, neon, passanti perfomer
op.13
Filtri emozionali
di Spotify
Una sinergia tra arte e tecnologia che esplora la connessione tra musica ed emozioni. Questa creazione artistica è rappresentata da un’apertura nel soffitto, una finestra verso mondi emotivi inesplorati e profondi.
L’apertura, grande e invitante, richiama l’attenzione con la promessa di rivelare qualcosa di straordinario. Una presa d’aria ricoperta di grate metalliche, filtri per l’aria, ma anche filtri per le emozioni. Ogni livello di grata metallica simboleggia una dimensione diversa di emozioni, come se fossero sfumature di note musicali che si mescolano per creare un’armonia unica.
Quali suoni giungono da questa apertura? Restate in ascolto per un attimo e immergetevi in un mondo di sensazioni. La musica può filtrare e amplificare le nostre emozioni, modellando le nostre esperienze in modi profondi e significativi.
> materiali: reti metalliche, cordoli in cemento, vetro, aria
op.14
Idratante
di Tukiami Iospengo
L’opera ci invita a riflettere sull’effimero e sull’impronta che lasciamo dietro di noi. Un idrante a terra, solitamente un elemento di sicurezza e servizio, assume un nuovo significato in questa rappresentazione. “Ora sistemo,” sembra sussurrare l’idrante, mentre si erge come un testimone silenzioso di una situazione in disordine. L’opera cattura l’immagine dei pompieri, che dopo aver lavorato con zelo e dedizione, hanno lasciato dietro di sé un caos temporaneo. L’opera ci ricorda che il nostro impatto è sempre presente e che ogni gesto, anche uno che sembra insignificante, ha il potenziale per creare un effetto a cascata che influenza il mondo circostante.
> materiali: cassetta murata sporgente metallica di vernice rossa, rubinetto, mannichetta coomposta da tubazione flessibile raccordabile bianca – diametro 45 mm e lunghezza massima di 20 m
op.15
SospesƏ
di Grata Thunberg
Questa rappresentazione artistica invita a riflettere sulla dualità tra limiti imposti e spazio per la liberazione.
Una grata sospesa, evoca un paravento tra il mondo visibile e ciò che giace oltre. Da una parte un simbolo di barriere e restrizioni, come “sbarre al muro” che possono bloccare i diritti e le opportunità; dall’altra il vuoto che circonda la barriera, un’apertura, una potenziale via d’uscita.
Nonostante le barriere esistenti, c’è sempre la possibilità di superarle e di raggiungere nuove opportunità. L’opera richiama l’attenzione su come le sfide e le limitazioni possano, paradossalmente, aprirsi a opportunità inaspettate. Basta riconoscere “il vuoto” intorno a noi: spazio inesplorato, pronto ad essere riempito con possibilità ed evoluzione.
> materiali: metalllo, cemento, ronddelle, barre filettate, cielo
extra
Alfabetiere dei poeti
di Fondazione Pordenonelegge
L’installazione letteraria dell’Alfabetiere dei Poeti, donato da Fondazione Pordenonelegge al Comune di Pordenone, è una vera opera d’arte collettiva, realizzata nel 2020. Nel cuore della città, in Piazza del Portello – una “city” brulicante di uffici dove ogni giorno le parole definiscono la vita dei cittadini – è stato posizionato nel 2021 l’allestimento con 23 lettere adottate da altrettante aziende, enti pubblici, comunità di Pordenone. La città si veste dunque di un’ulteriore meta turistica, originalissima e capace di esprimere l’anima letteraria di Pordenone, raccontando per tutto l’anno le suggestioni della Festa del Libro di settembre. Le grandi lettere dell’Alfabetiere rinnovano il volto di una piazza che si preannuncia nuovo crocevia urbano e spazio iconico di Pordenone “città delle lettere e della poesia”, grazie al suggestivo dedalo di lettere gialle alte due metri.
Il progetto Alfabetiere di pordenonelegge, nato su idea e progetto di Patrizio De Mattio dello Studio DM+B & Associati, realizzato dalla ditta Antoniolli di Pordenone, è stato raccontato con versi originali da un poeta per ciascuna lettera: Maddalena Lotter, Laura Pugno, Bernardo De Luca, Paolo Maccari, Eleonora Rimolo, Tommaso Di Dio, Francesco Maria Tipaldi, Maria Borio, Sebastiano Gatto, Franco Buffoni, Gian Maria Annovi, Giulia Rusconi, Alessandro Bellasio, Daniele Mencarelli, Stefano Dal Bianco, Maria Grazia Calandrone, Ivan Crico, Giovanna Rosadini, Naike Agata La Biunda, Tiziano Broggiato, Clery Celeste, Marco Pelliccioli, Azzurra D’Agostino, Francesca Serragnoli.
Chi ha reso possibile questo progetto con la sua “adozione”? La lettera a, è stata realizzata grazie al contributo di Antoniolli srl; per la b, dobbiamo ringraziare la Farmacia dr. De Lucca; a seguire, la c è stata adottata dall’Associazione il Capitello – Falegnameria Innocente Luigino, la d da De Blasio Associati; la e da Ermanno Bon Sicurezza e Ambiente, mentre la f da Fondazione Ado Furlan Pordenone – Spilimbergo; Giovanni Pavan ha scelto la g; Oesse Scambiatori di calore la h; mentre l’Interporto Pordenone la i; il Comune di Pordenone ha optato per la K; il Collegio Notarile di Pordenone per la l; la m è stata realizzata con il sostegno di Marcolin Covering, la n di Ferronato; la o di Confcooperative; Fondazione Pordenonelegge ha reso possibile la fabbricazione della p, Rina Rigo della r; Ciganotto Cinelli Salvato Mangione Commercialisti della s; Tirelli Medical Group della t; la Confindustria Alto Adriatico ha “adottato” la u; Enrico Varesco la v, mentre Trade Wood Company ha scelto la w. Ultime adottate la x (scelta dalla Camera di Commercio di Pordenone e Udine) e la y da Hydrogea.
FAMUPORDENONE
il museo dEL BRONX
A CURA DI
Arianna Arreghini, Lucia Barbariol, Kristal Bernardi, Anna Bertoli, Lia Bisighini, Anna Daneluzzi, Chiara Del Colle, Slavka Dermova, Cristian Pezzutti, Arianna Redivo, Elettra Turrin, Giorgio Veglia, Alexandru Sebastian Pomirleanu e Arianna Latino allievi del Liceo Artistico Statale “E. Galvani” e Giulia Cerrato e Benedetta Giacomello per Invasioni Creative
in collaborazione con Sara Pavan e Giuseppe Carletti per Ubik Art e la docente Sara Marzari e Mora Piemonte del Liceo Artistico Statale “E. Galvani” di Cordenons (PN). La presentazione del FAMU Pordenone è realizzata nell’ambito della XXIV edizione di prdenonelegge – Festa del libro con gli autori.
arti urbane fest
un percorso creativo a vocazione sociale attraverso i linguaggi della mediazione artistica, narrazione, urbanistica e multimedialità,
a cura di Invasioni Creative
con il sostegno della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia e Fondazione Friuli.
FAke
MUseum
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FAMU born in Udine (IT) and experimented in Turin, Pordenone, Trieste and Gjirokastra (AL) .
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