INIZIA L’ESPLORAZIONE

FAMUTRIESTE

 

FAMU Trieste è il Fake MUseum del quartiere Ponziana: un percorso museale openair da fare a piedi, che attraversa la periferia number TWO (la number one la conoscete già) di Trieste: il quartiere Ponziana.
Opere effimere, rovine di antiche civiltà, land art e scorci di architetture futuristiche, nato a partire dalle esplorazioni urbane guidate da Invasioni Creative, in collaborazione con Ugorà – Urban Gardening Ora, la Microarea di Ponziana e da ragazze e ragazzi di Casa delle Culture.

Fotografie di Alice Durigatto.

op.1

Periodo blu

di Pavle Pikasič

Atmosfere marine e cieli ciani ci circondano: il noto pittore di quartiere ci fa immergere sott’acqua, senza dover usare boccagli o pinne.

L’opera è stata realizzata nel giorno più triste dell’anno, il blue monday, come segno di protesta conto il significato negativo attribuito al colore blu. Intento dell’autore è quello di associare le varie tonalità di blu a idee positive come il mare, il cielo e i Puffi.

> materiali: acrilico su cemento, nespole

op.2

Frame

di Billy Bassotto

Un invito a cambiare prospettiva: da quale altezza guardi il cielo?

L’autore immagina di essere un giovane quadrupede appena arrivato in quartiere: un mondo di giganti lo circonda e il cielo di Ponziana appare dentro cornici metalliche. Ma come lui, bambine e bambini, neonati e nani da giardino, lombrichi e gatti, osservano la città e le nostre gambe da un’altra prospettiva: BOTTOM UP!

> materiali: tubolari in ferro salati e acrilico, afa

op.3

Cinema sotto i portici

di NEETflix

La nota casa di produzione di giovani (che “non studio non lavoro non guardo la tv, VADO AL CINEMA, non faccio sport”) scopre le potenzialità di Ponziana a Trieste. Il quartiere ha tutti gli ingredienti necessari per diventare la perfetta scenografia di serie tv di successo come “Mare fuori”, “Cemento con graffiti”, “Romanzi criminali”.

Purtroppo, caro bollette e piattaforme streaming stanno distruggendo l’economia del cinema. Per questo viene proposta l’installazione temporanea “Cinema Sotto i portici” che costringe chiunque sia di passaggio a gustarsi film e serie tv realizzato dagli stessi abitanti del quartiere attraverso azioni quotidiane.

> materiali: abitanti performer, sudore, spray

op.4

Urban Garden

di Collettivo GrandMa

Aveva preso tutto, la terra, gli alberi e quei sparuti animali che ancora cercavano un rifugio sicuro. Aveva tutto sotto controllo, tutto era blindato.

Ma qualcosa covava nel silenzio, in attesa del momento propizio. Aveva messo radici, aveva fatto fiori, aveva disseminato semi… E delicatamente aveva incrinato quella scorza dura e ostile che aveva paura di ciò che non poteva controllare.

> materiali: semi, spaventapasseri, girandole, braccia rubate all’agricoltura, voglia di stare insieme

op.5

Chiacchiere invisibili

di Sasha Del Ponte

L’autore cattura un suggestivo frammento di vita nelle periferie moderne, trasformando l’ordinario in straordinario attraverso la sua sensibilità artistica.

Il ponte architettonico che collega quattro edifici di case popolari diventa il fulcro di connessioni sociali tra comunità e generazioni diverse. Sedie traslate, simbolo delle presenze umane, si ergono sul ponte come testimonianza di incontri e momenti condivisi tra gli abitanti.

Questa rappresentazione visiva evoca chiaramente il desiderio atavico della ricerca di comunità e riflette sull’importanza delle relazioni umane nella società contemporanea. L’opera di Sasha, con toni caldi e un’attenta gestione della luce, invita lo spettatore a riflettere sulle proprie esperienze e sul valore delle autentiche connessioni umane nel contesto urbano complesso. 

> materiali: auto organizzazione, sole e nuvole post Apocalisse

op.6

State Seduti

di Roger Sederer

La Ponziana avveniristica sperimenta nuovi modi di vivere il territorio: una panchina con la seduta ribassata scoraggia l’utilizzatore dall’alzarsi e prolunga così la sua sosta.

La prospettiva variata lo disorienta e lo porta a conoscere un luogo già noto sotto una luce diversa. La prossimità al terreno restituisce un’esperienza bucolica altrimenti assente in una normale panchina.

Un’occasione per allenare i quadricipiti e sensibilizzare i politici locali al problema delle barriere architettoniche e dell’accessibilità nei luoghi pubblici.

> materiali: ferro, legno, terra, gambe corte

op.7

Se telefonando

di Telephon

Il famoso autore dell’opera “La solitudine dei numeri Wind” approda a Ponziana per esprimere il suo amore verso le desuete forme di comunicazione.

Una cabina telefonica che mette in comunicazione chi ha necessità di essere ascoltato con chi ha necessità di imparare ad ascoltare.

> materiali: plastica, alluminio, plexiglass, fiori, storie

op.8

La gravità esiste

di Escher

Per il FAMU Trieste Escher ci ripensa.  La gravità è un dato di fatto e questa è una sfida. La comunità sfrutta le impervietà ambientali per sfidare il peso degli anni, della spesa, ma anche dei passeggini.

L’aspirazione è diventare una blue zone, dove la mancanza di comodità favorisce l’invecchiamento proattivo.

Ecco perché il corrimano si interrompe a metà dell’ultimo gradino. Non si può negare il brivido del rischio a chi ha difficoltà motorie. Questa è la vera accessibilità. La gravità può donare emozioni forti.

> materiali: cemento e ferro

op.9

Elettroratto

di Theo Jansen 

Lo scultore olandese approda a Ponziana e realizza un’opera diffusa. Non si tratta delle sue classiche creature cinetiche che sfruttano il vento per muoversi, ma della celebrazione del tubo in sé: con l’avvento delle più moderne connessioni wi-fi, Jansen vuole onorare il tubo non solo come fondamentale mezzo per la sua arte, ma anche per il suo significato pratico.

“Elettroratto” si inserisce in questa cornice e sembra lanciarci un monito: “non si perda la memoria sulla fondamentale essenza dei tubi”. Questa la stazione artistica iniziale, ma a Ponziana si potranno osservare tubi sbucare in ogni angolo. Basta aguzzare la vista per scovare l’elogio di Jansen al tubo. 

> materiali: plastica, gomma, corrente

op.10

Gran Ponziana Hotel

di Wes Anderson

La realtà è troppo grigia e noiosa per il regista Anderson che, non riuscendo più a trarre ispirazione per i suoi film suggestivi, si è recentemente impegnato in un progetto di urban design dando vita ad un dialogo tra arte e realtà in cui entrambe si influenzano a vicenda.

I palazzi selezionati vengono dipinti con colori vivaci ricalcando minuziosamente la sua cifra stilistica, restituendo così un’atmosfera calda e unica (e il colore) alla periferia. 

> materiali: acrilico giallo su persiane

op.11

Errata vita

di Casa delle Culture e Microarea Ponziana 

L’artista rappresenta il potenziale che un’umanità solidale può creare, innescando così una reazione a catena fra le persone del quartiere. Tale reazione è portatrice di felicità ad alto livello di contagiosità.

Sai quante cose incredibili sono successe in questa corte? Fermati un attimo e chiedilo agli abitanti.

> materiali: organico, etereo, socialità, spazi comuni

op.12

Casa dell’Olio

di Gomito

Non essendo più in grado di saltare le staccionate e prossimo alla pensione, l’autore della performance entrata nel cuore di ogni italiano “Olio Cuore” decide di aprire la sua attività nel cuore di Ponziana per far felice la moglie che da lui ha sempre voluto “il posto fisso”. 

Ispirato dalle famose gesta di Marco Polo sulla via della Seta, il signor Gomito (Olio di) apre un franchising innsieme al dott. Extra Vergine per sconfiggere l’egemonia dell’olio motore.

> materiali: olio, ferro, cemento

op.13

I criceti corrono

di Uman Gramsci

Il pattern ipnotico dei cerchi sinuosi sulla grata richiamano al frenetico andare dei criceti, in continuo movimento sul loro gioco: la ruota. Come il viavai di quelle zampine, lo sguardo umano si perde in quegli intrighi rosso magenta. 

Un’apparente grata diventa il pretesto per ripensare al flusso dell’esistenza, un continuo andare. Ma la riflessione quando?

> materiali: ferro battuto, rosso acrilico

op.14

Attenti al cane

di Pit Bulls

“Nessun cane è stato maltrattato per creare questa opera d’arte”

Il famoso rapper americano dopo un tour estivo a Trieste ha deciso di comprare casa a Ponziana e di farlo sapere a tutti.

> materiali: olio, ferro, cemento

op.15

La Torre

di Babylon Sisters

Le autrici, dopo la partecipazione al film “La Torre di Babele“, hanno voluto ricreare visivamente la pluralità che contraddistingue il loro rapporto. Per questo motivo, l’intervento artistico apposto alla facciata dell’edificio richiama la struttura della famosa torre biblica.

Se vi soffermate abbastanza a lungo potreste riuscire a captare il rimbombare di lingue diverse nella tromba delle scale.

> materiali: serramenti in alluminio, cemento, voci foreste

op.16

Saggezza popolare

di Collettivo BACOTABACO

A Ponziana i muri trasudano saggezza. Quest’opera a più mani dialoga apertamente con lo spettatore, che si sente immerso nell’entroterra culturale e nella corrente energica locale. Qui ci si può fermare per contemplare messaggi forti, che schiaffeggiano le coscienze e fanno riflettere sul senso del vivere insieme. Un elogio del non detto ma sempre fatto.

La crew autrice dell’opera suggerisce i fondamentali rispetto reciproco, resilienza e libertà d’essere se stessi.

> materiali: spray su intonaco

op.17

Ruota panoramica per Lillipuziani

di Gull Iver

Una sedia a rotelle, un diablo, ma anche un mulino a vento, un vecchio supporto per la canna dell’acqua abbandonato, ma anche un modo per parlare di altri mondi.

Chi decide come viene usato un oggetto?

> materiali: ferro saldato, ruggine

op.18

In un battito di ciglia

di Aerodinamyco

Ode alla fuga. In un battibaleno ci troviamo bloccati da una rete di responsabilità, impegni, routine e movimenti quotidiani, scadenze, litigi, traffico, conversazioni noiose, conflitti.

Esplodiamo rigogliose come siepi, oltre le fessure della rete, schiacciando ciò che ci comprime, protese verso l’alto del cielo. Pronte per il decollo, ma conservando le cicatrici.

> materiali: rete metallica, torndini, siepe

FAMUTRIESTE

il museo di ponziana

A CURA DI

Giulia Cerrato e Benedetta Giacomello per Invasioni Creative e Emiliano Bastiani, Adriana Calabrese, Gianluca Magnelli,  Alessandra Marcosini, Alessia Mascarin, Mattia Metz, Elisa Moro, Morena Pinto, Eugenio Quasimodo e Sara Sorice

in collaborazione con: Ugorà – Urban Gardening Ora, Microarea di Ponziana e Casa delle Culture

arti urbane fest

un percorso creativo a vocazione sociale attraverso i linguaggi della mediazione artistica, narrazione, urbanistica e multimedialità, a cura di Invasioni Creative con il sostegno della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia e Fondazione Friuli.

invasioni creative _ FAMU Trieste
Ugorà _ FAMU Trieste
Microarea Ponziana _ FAMU Trieste
Casa delle Culture _ FAMU Trieste
Corsia di emergenza _ FAMU Trieste
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia _ FAMU Trieste
IO SONO FRIULI VENEZIA GIULIA _ FAMU Trieste
Fondazione Friuli _ FAMU Trieste

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FAMU born in Udine (IT) and experimented in Turin, Pordenone, Trieste and Gjirokastra (AL) .

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