BENVENUTƏ
FAMUUDINE
Fotografie di Alice Durigatto.
BREAK
op 1.1
Smile you are on camera!
di Botanical collective
Il collettivo, già attivo internazionalmente, sviluppa il concetto di sicurezza e controllo. Nell’installazione site specific ideata in occasione di Famu, pone l’attenzione su di un giardino privato che sorge all’interno di uno spazio pubblico. Il paradosso viene protetto tramite l’implementazione di sofisticati mezzi tecnologici quali la videosorveglianza, rinunciando alle comuni barriere fisiche.
> materiali: fatica e passione su terra
op 1.2
Ponte dogana sentimentale
di Cirri
Nella ricerca dell’artista è presente spesso l’indagine di stati d’animo, con particolare interesse al buon umore. Per FAMU, l’autore ci porta a scattare una fotografia dello stato d’animo che attraversiamo mentre percorriamo il ponte pedonale che ci conduce alla città di Udine. Le merci da dichiarare alla dogana sono i sentimenti che ci lasciamo nel quartiere Aurora, ma anche quelli che ci portiamo dalla città.
> materiali: Fotografia, dimensione variabile
op 1.3
Di che colore sei?
di Bill Bench
L‘opera di Bench celebra il confronto quotidiano al tempo del Covid19. L’artista predispone due dispositivi per mettere in scena una performance che permette l’esplorazione emotiva dei partecipanti attraverso un dialogo di prossimità. Un salotto intimo per conversazioni en plein coeur.
> materiali: Ferro dipinto di giallo su ghiaia
op 1.4
Echo zone
di The Aurorial scream
Da passaggio sicuro per persone, il tunnel si trasforma in megafono per amplificare i suoni. L’opera sfrutta l’effetto eco del tunnel: un megafono fisico per comunicare con l’altra parte, attraverso il rimbombo delle parole. La ricerca del duo The Aurorial scream è ancora una volta incentrata sul simbolismo degli spazi abbandonati e su di come questi possano mutare in strumenti dalle configurazioni vocali.
> materiali: Cemento
op 1.5
Pianeta verde
di exR Udine
Il disastro post-nucleare e le numerose pandemie obbligano l’uomo a sviluppare nuovi sistemi resilienti per far sopravvivere la propria comunità. Ad ogni famiglia un appartamento in grandi condomini su pilotis nella città giardino, senza muri e proprietà. Ad ogni famiglia un acro di terra, in cui poter autoprodurre tutto ciò di cui ha bisogno: uno spazio recintato con filo spinato e sorvegliato a vista. Con quale comunità condividerai il tuo cibo?
> materiali: Ortaggi e reti su prato
op 1.6
Aguzza la vista
di Leonardo Da Linci
La ricerca di Da Linci si rivolge ai bambini sempre più assuefatti da videogiochi e smartphone: dopo le merendine senza olio di palma, ecco il parco giochi senza giochi. Con questo ultimo lavoro l’artista propone un parco giochi incustodito, in cui i giochi vengono negati alla vista dalla nuova tecnologia militare del Quantum Stealth, materiale in grado di rendere invisibili persone e oggetti. Riusciranno i piccoli ad aguzzare la vista e uscire dal torpore?
> materiali: Quantum Stealth su prato
op 1.7
Dovrebbe
di Writer
Come dovrebbe andare il mondo? Come dovrebbe essere il quartiere in cui viviamo? Come dovrebbe andare la nostra vita? L’artista Writer, con la sua proverbiale sintesi, ci fa riflettere sui condizionali che circondano le nostre vite, invitandoci a pensare ad una realtà migliore.
> materiali: Spray su muro
op 1.8
Into the wild
di Selvaggio Pellegrino
In un’epoca in cui tutto viene gettato dopo essere stato utilizzato e l’obsolescenza programmata è ormai una strategia consolidata, l’artista fa del suo compagno di viaggi un simbolo di storie da raccontare, avventure vissute e riconoscenza per il percorso fatto assieme.
> materiali: Muschio su lamiera
op 1.9
VAR / Moviola
di Curva Nord
Opera di denuncia nei confronti dell’eccessivo uso della tecnologia nei campi da gioco. L’autore qui impedisce allo spettatore la visione della partita in tempo reale, unico caso in cui la tecnologia acquista un senso.
> materiali: Panchina su campo da calcio
FAST
op 2.1
Steve Zissou
di Skár Meta
Senti il canto delle Balene Scozzesi? Steve Zissou ci ricorda l’importanza di esplorare: ogni giorno è buono per saltare su un sottomarino, pronti ad esplorare gli oceani. Basta solo fissare una missione, un obiettivo: il sottomarino è lì pronto a partire con voi.
> materiali: Cemento armato
op 2.1
Dove ti porta?
di Giovanni Fabbro
Maestro del concettuale, Fabbro ci sorprende attraverso la metafora dell’ignoto nella scienza. L’autore crea un varco, opaco e inaccessibile (senza maniglia) nel muro: l’osservatore può solo immaginare cosa si cela dietro la soglia.
> materiali: Acciaio zincato preverniciato
op 2.3
Play tree
di Paolo Quadrifoglio
Con questa opera continua l’esplorazione del linguaggio contemporaneo della Land art, che riconosce in Quadrifoglio uno dei suoi massimi esponenti. L’opera ferma l’attimo della partenza del gioco “ruba bandiera”, che diventa eterno a causa dell’immobilismo dei suoi partecipanti, identificati nelle piante: quando si seccheranno di aspettare?
> materiali: Foglie su ramo
op 2.4
Rovine del Sec. XX
di Furlans
Ecco i resti di due edifici dell’era paleo-ATER, costruiti su quella che si ipotizza fosse la strada principale del borgo. Gli edifici, adibiti ad abitazione, erano costituiti da un ingresso che riparava la zona destinata alla preparazione del cibo al pianterreno e da una piccolo giaciglio per la notte nel sottotetto, al quale si accedeva arrampicandosi su una corda.
> materiali: Cemento armato
op 2.5
Burning Machine Project
di No Justice No Peace
L’installazione fa riferimento esplicito alla protesta esplosa a Minneapolis in seguito all’uccisione di George Floyd, in seguito diffuse in tutto il mondo per protestare apertamente contro la brutalità della polizia e la disuguaglianza razziale nei sistemi giuridici, soprattutto in quello americano.
> materiali: Acciaio, vetro, benzina, fuoco
op 2.6
Torno Subito
di Guardiasala
L’irriverente Guardiasala propone nuovamente una critica al sistema dell’arte contemporanea. La performance vede l’artista newyorkese, travestito da Maschera, intrattenersi con il pubblico lasciando incustodita una sedia rossa che rimane solitaria all’interno dello spazio delimitato dalla pensilina in cemento.
> materiali: Performance
op 2.7
Panchine Rosse
di Bellissima Miss GILL
Sedici panchine del Quartiere Aurora dipinte di rosso: una performance per sensibilizzare sul delicato tema della violenza sulle donne. Dal 2000 a oggi le donne uccise in Italia sono state 3.230, di cui 2.355 in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio compagno o ex partner. Non basta una panchina rossa in ogni città.
> materiali: Performance
op 2.8
Game Over
di Collectif Tetris
L’opera del collettivo Belga intende reinterpretare la tradizione locale dell’arte musiva in chiave ironica secondo il linguaggio espressivo tipico della pop art.
> materiali: Vernice su intonaco
op 2.9
Cascina Mauroner
di Phil Astry
Qui c’era una cascina. Il tempo scorre inesorabile e il progresso non lascia spazio per le tracce di storia. Quale limite fra area urbanizzara e natura incontaminata? Nell’era dell’iperaccumulazione, si accumulano gli edifici abbadonati, gli appartamenti sfitti, le infrastrutture incompiute. Il mercato immobiliare non lascia spazi vuoti: imperativo assoluto il profitto. Non resta che demolire, trasformare, ri-abitare. Un elogio alla distruzione del tempo che passa.
> materiali: Macerie su prato
op 2.10
Non ci avrete mai come volete voi
di Banschi
L’opera di street art è parte di un più ampio progetto che l’autore ha eseguito fra il 2018 e il 2019 in alcune città del Friuli a sfondo satirico e riguardanti la cultura e l’etica giovanile.
> materiali: Vernice su cemento
op 2.11
Stroncamenti
di Collettivo Senonvivabene
Opera sociale di accumulo post-ambientalista. Fare mucchio dei propri moti rivoluzionari stroncati, trasformarli in massa critica occupando il suolo con idee che è difficile togliere di mezzo. Ultima opera conosciuta e pubblica del Collettivo. Da molti definita un testamento generazionale.
> materiali: Ceppi su erba
op 2.12
Xilofono da giardino
di Giovanni Fabbro
Con Xilofono da giardino, il Fabbro pone nuovamente l’arte relazionale al centro della sua ricerca. Con l’ausilio di rami o bastoni l’installazione permanente si configura ad uso di musicisti e gente che passa con un po’ di noia.
> materiali: Ferro e cemento
op 2.13
Pinacoteca dei luoghi comuni
da un’idea di Gianugo Polesello
Esposizione passeggera di vita quotidiana e cose già viste. L’opera pittorica diventa una finestra di cemento su parcheggi e appartamenti. Il visitatore passeggia osservando soggetti apparentemente immobili, consapevole di un continuo possibile accadere. Consigliate visite frequenti e ripetute.
> materiali: Vari
op 2.14
L’improntante
di Incerto
Opera prima e ultima del giovane muratore Incerto, diventato simbolo casuale dell’arte dell’errore. Dispositivo creativo spesso imitato e declinato in diversi contesti culturali. Un esempio su tutti l’Hollywoodiana Walk of Fame.
> materiali: Suola su cemento fresco
op 2.15
Muro di ghiaccio
di Gianugo Polesello
Il Polesello ci stupisce di nuovo con il suo stile inconfondibile: un muro impermeabile, un pò vetro un pò cemento. Finestre che non sono finestre, permettono agli abitanti di raccogliersi nelle proprie abitazioni, liberi da relazioni indiscrete e convenevoli. Un inno al palazzo di ghiaccio.
> materiali: Vetro cemento
op 2.16
Bunker del Sec. XX
di Furlans
Durante la seconda guerra fredda si teme un’invasione rossa. Nelle regioni di confine tutte le nuove costruzioni devono prevedere bunker antiatomici dove la popolazione si possa riparare. I bunker non sono mai stati usati.
> materiali: Cemento armato e ghisa
op 2.17
Alleggerire l’attesa
di Comitato pendolari di viale Divisione Garibaldi
Un intervento effimero per alleggerire l’attesa dei pendolari. Un attento recupero e collezione di sedute di pregio di modernariato, messe a disposizione della cittadinanza.
> materiali: Cuoio su asfalto
FAMUUDINE
il museo di aurora
A CURA DI
Curatela e coordinamento
Giulia Cerrato
Assistenza organizzativa
Benedetta Giacomello
Co-creazione tour virtuale
Alberto Fabio
Luigina Gressani
Ilaria Bregant
Jacopo Donato
Admir Gashi
Alvise Giacomazzi
Rolando Messetti
Anna Sabatti
Segno visivo
Jacopo Donato
Composizione Fotografica
Alice Durigatto
UN PROGETTO
nato dal laboratorio
Hacking Urbano di Invasioni Creative e in collaborazione con A+AUD Architetti Alumni Udine
CON IL SOSTEGNO
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MiBACT) – Direzione Generale Creatività “Premio Creative Living Lab”
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale
FAke
MUseum
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FAMU born in Udine (IT) and experimented in Turin, Pordenone, Trieste and Gjirokastra (AL) .
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