BENVENUTƏ

FAMUUDINE

 

FAMU Gorizia è il Fake MUseum del quartiere Straccis: un percorso museale a cielo aperto da fare a piedi, che ha preso vita tra margine urbano e paesaggio fluviale. Là dove la città incontra il fiume e il costruito sfuma nel selvatico, prende forma un percorso museale all’aperto che invita a esplorare i confini, reali e simbolici, che attraversano i nostri spazi quotidiani
Il percorso si snoda lungo il fiume Isonzo “Limite Invalicabile”. Non è solo un avvertimento: è una domanda, una provocazione, un invito a guardare oltre. Attraverso rovine di antiche civiltà avvolte da piante pioniere, opere d’arte effimere, scorci di architetture futuristiche e storie di ordinaria quotidianità, emerge il potenziale nascosto dei luoghi marginali.
Un museo nato a partire dalle esplorazioni urbane guidate da Invasioni Creative, nell’ambito del progetto MONDOMINIO per GO! 2025 European Capital of Culture 2025 Nova Gorica – Gorizia e in collaborazione con Circolo ARCI Gong. Fotografie di Alice Durigatto.

LIMITE

op 1.1

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Jerry, il topo artigiano

di Giuseppe Barbera

Dopo decenni di inseguimenti sfrenati, trappole a molla, e torte lanciate in faccia, il topolino Jerry ha deciso che è giunto il momento di una vita più tranquilla. Così, un giorno, prepara la sua valigetta in miniatura e si mette in cammino. Dopo un lungo viaggio, attratto dal profumo di gubana, raggiunge la città di Gorizia, dove si innamora della facciata della Chiesa di San Giuseppe Artigiano. 

Qui ha trovato due buchi perfetti: uno per entrare e uno per scrutare i passanti con fare saggio e contemplativo. Annidato tra i mattoni della Chiesa, Jerry ha appeso al chiodo la carriera televisiva per abbracciare quella di artigiano goriziano. Si è costruito una micro-officina tra le fessure dell’edificio: intaglia legno di ciliegio, lucida miniature di formaggi e, ogni tanto, ripara orologi… a cucù, ovviamente.

Ogni giorno Jerry si affaccia per salutare gli abitanti del quartiere e i turisti di passaggio. Alcuni giurano di averlo visto con un calice di Ribolla in zampa, altri dicono che la domenica suona un piccolo organo a canne fatto con cannucce da aperitivo e fagioli secchi.

Ma non è tutto: i due misteriosi buchi funzionerebbero anche come degli altoparlanti “topeschi”, da cui si possono ascoltare o lasciare messaggi, detti goriziani, pettegolezzi transfrontalieri e ricette tradizionali sussurrate in segreto.

La leggenda dice che, se ti avvicini a uno dei buchi e sussurri con sentimento: “Tra un sorriso e una gubana, passa la vita goriziana!” Jerry ti regali una briciola benedetta del dolce, un sorriso e una scorreggetta benevola udibile solo ai cuori puri.

> materiali: emmental e laterizi

FAMU Gorizia
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op 1.2

FAMU Gorizia

FOOTprint

di Mugnaio Etico

L’opera FOOTPRINT invita a chiederci quale impronta lascia il nostro cibo e quanto siamo disposti a condividerne il peso. Racconta il Patto della Farina, un accordo di fiducia tra agricoltori, trasformatori e consumatori che condividono saperi, scelte produttive e rischi economici. In questo modello, i consumatori sostengono in anticipo parte dei costi, garantendo agli agricoltori risorse per avviare la produzione.

I cereali, da agricoltura biologica non certificata, sono coltivati e trasformati localmente, nel rispetto della trasparenza e della relazione diretta, rendendo superflue le certificazioni. L’opera prende ispirazione dal Mulino Tuzzi, storica realtà friulana guidata da Enrico Tuzzi, che da generazioni promuove una filiera etica, accessibile e visitabile.

Un’impronta collettiva che parte dalla terra e arriva sulle nostre tavole.

> materiali: vernice, asfalto, zappa, fatica e passione su terra

FAMU Gorizia
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op 1.3

FAMU Gorizia

ShanGOi

di Mika Do

Mika Do, artista a tempo instabile, con base ovunque ma cuore a metà tra Tokyo e Gradisca. Già famoso per l’opera Pali e Dispari. Ricevuto l’invito da FAMU, è arrivato a Gorizia a bordo di un’apecar strabordante di lunghi assi di legno, con l’idea di rappresentare l’essenza della città, un crocevia di lingue, sapori, storie e… legni.

Così ha dato vita a ShanGOi: una monumentale installazione fatta di assi di legno incastrati con precisione casuale,  ispirata ad una partita di Shangai…culturale. Ogni asse rappresenta un linguaggio (italiano, sloveno, tedesco, friulano), un piatto tipico (dal frico alla jota, passando per il burek e lo strudel), un modo di salutare, un ballo tradizionale…

Gli assi, caduti l’uno sull’altro come amici ubriachi dopo un festival transfrontaliero, formano un caos armonico, un groviglio di differenze che non si annullano, ma si tengono in piedi a vicenda, proprio come i rapporti tra culture.

Nota dell’artista: “Le culture non sono pezzi da impilare con cura, ma bastoncini da lasciar cadere e riscoprire ogni volta. L’arte è solo il pretesto per farci inciampare l’uno nell’altro.”

> materiali: magnetismo culturale invisibile e assi di legno di recupero provenienti da vecchie panchine del confine, sedie di bar dove si discuteva se il krapfen fosse sloveno o austriaco, e da pavimenti scricchiolanti di case dove si sono sentite almeno tre lingue diverse a cena

FAMU Gorizia
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op 1.4

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Dove vanno le cose che spariscono

di Alfredo Sifone

“Ogni oggetto smarrito è una domanda senza risposta.” Tombini monumentali emergono dal terreno come portali silenziosi. Sono grandi, sproporzionati, inquietanti e ironici: non solo accessi ipotetici al sottosuolo urbano, ma veri e propri santuari del quotidiano perduto. In questa installazione-parco, l’artista Alfredo Sifone, noto per lavorare esclusivamente con ceramica invisibile e poetiche idrauliche, immagina un punto di raccolta metafisico per tutto ciò che svanisce senza lasciare traccia: tappi di penna, cucchiaini, anelli, speranze. L’illusione è che lì sotto, tra le griglie giganti, esista davvero uno zoo sotterraneo di oggetti e creature, incluso il leggendario coccodrillo di Straccis.

La visita è libera. Il recupero, improbabile.

> materiali: grate metalliche su prato, cemento armato, tunnel sotterranei, umidità

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op 1.5

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MandAlbero

di Anima Latifolia

Una costellazione fragile, intrecciata tra i rami. MandAlbero è un’installazione effimera sospesa tra i vuoti del fogliame, dove i cicli della natura si incontrano con la geometria simbolica del mandala. L’opera si manifesta solo per chi alza lo sguardo. L’artista (o meglio, la coscienza collettiva temporaneamente nota come Anima Latifolia) preferisce non firmare le proprie opere, ma lasciare che siano gli alberi a decidere dove e quando accoglierle.

> materiali: fili di lana, rami, foglie cadute, piume, frammenti di luce

FAMU Gorizia
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op 1.6

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Anemozia 2k25

di Alexander Calden

Calden, maestro dell’aria concettuale e del caldo artistico, ha creato una macchina sensibile, un anemometro emozionale che gira non solo col vento… ma con l’umore della città. “Anemozia 2K25” è la risposta poetico-meccanica alla domanda che nessuno ha mai osato porre: “E se Gorizia fosse un vento con personalità multiple?”.

Quando Gorizia è felice? Le pale ruotano allegre come giostre di ferragosto. Quando è malinconica? Si muovono lente, con una grazia che sfiora lo struggimento. Quando c’è bora? Beh, preparatevi a vederle prendere il volo e recitare poesie in sloveno e goriziano contemporaneamente.

> materiali: pale in alluminio lucidato al sarcasmo, palo portante in acciaio empatico, bulloni esistenziali autofilettanti, un cuore nascosto fatto di vento interiorizzato

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op 1.7

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Entrata di Emergenza

di Sandra Cieca

Nessuna maniglia, nessuna soglia, solo la traccia di ciò che potrebbe essere stato o potrebbe ancora essere, ma in un’altra dimensione.

Sandra Cieca, artigiana minimalista, ex medium condominiale e sciamana del cemento, recupera il concetto della falsa porta egizia, passaggio simbolico per l’anima dei defunti tra il mondo dei vivi e l’aldilà. Nell’antico Egitto, queste porte venivano scolpite nelle tombe come “accessi” esclusivi per gli spiriti, vie riservate alla comunicazione invisibile. La porta, murata ma presente, diventa il punto di fuga per tutte le energie residuali: sogni repressi, mail non inviate e rancori da pianerottolo.

> materiali: mattoni forati, intonaco civile

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op 1.8

FAMU Gorizia

Ecco qui le tue Indie

di C. Colombo

Nel 1492, mentre il mondo si agitava per nuove rotte e terre da conquistare, Colombo, uomo dal naso sopraffino, seguiva una scia odorosa che nessuno riusciva a identificare…una sinfonia di aromi che sembrava raccontare una storia dimenticata.

L’indagine lo portò davanti a un Suk dalla forma di cestino della spazzatura da dove proveniva l’aroma del mondo intero: spezie lontane, plastica bruciata, scarti di pizza, pacchetti di incenso, bustine di tè orientale, croste di formaggio e persino un calzino spaiato.

Tutto mescolato senza regola, senza rispetto. Nessuna differenziazione. Un profumo ricco, ma confuso, come un’orchestra che suona senza spartito.

Da quel giorno, in via Colombo apparvero nuovi cestini colorati, ognuno con un’etichetta: carta, plastica, organico, vetro. I bambini impararono a riconoscerli, i grandi li seguirono. Il profumo del mondo non sparì. Cambiò. Divenne armonia.

E l’ispettore Colombo, sorridendo sotto i baffi, se ne andò con un pensiero nel cuore: “A volte, per mettere ordine nel mondo, basta iniziare da un piccolo cestino.”

> materiali: plastica, indelebile, scovazze e ferro

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op 1.9

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Isonzo 1592

di ienaP

Un tronco monumentale, sospeso tra i cavi dell’alta tensione, oscilla tra cielo e asfalto. Non è un resto alluvionale dimenticato, ma un gesto artistico preciso, un atto di memoria pubblica: con “Isonzo 1592”, Piena commemora la storica piena che nel febbraio di quell’anno fece crescere il fiume in un’ora sola fino a raggiungere le mura di Gradisca, allargandosi per oltre mezzo miglio.

La scultura si inserisce nella tradizione urbana di appendere oggetti (come le scarpe consumate) ai fili della luce, gesto tipico dei quartieri popolari, simbolo a metà tra rito di passaggio e segno di resistenza. Memorie che riaffiorano dove meno ce le aspettiamo.

> materiali: tronco, muffa, alta tensione

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op 1.14

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Dissuasore Naturale

di Mediterraneo

Opuntia ficus-indica, terreno compatto, sole diretto, passanti confusi. Frutti commestibili solo per i più coraggiosi

In un angolo urbano di Gorizia, dove il Nord-Est incontra l’Isonzo e mai ti aspetteresti un miraggio botanico, spuntano (solenni, spinosi e del tutto fuori contesto) dei grandi fichi d’India. L’opera Dissuasore Naturale, firmata dall’enigmatico artista Mediterraneo, gioca sulla presenza disturbante e affascinante di questa pianta tipicamente siciliana, qui del tutto “fuori zona”.

Si dice che sia stata collocata in occasione di GO!2025, Capitale Europea della Cultura, come atto performativo o atto preventivo: impedire che ci si sieda proprio lì, tra quei gradoni perfetti per la sosta, attraverso la più elegante delle barriere naturali: le spine. Ma al di là del potenziale deterrente, i fichi d’India appaiono come un cortocircuito visivo e culturale: sono bellezza resistente, memoria meridionale che si insinua nella città mitteleuropea, apparizione vegetale che parla di clima che cambia, di confini che si sciolgono, di dislocazioni affettive.

> materiali:Opuntia ficus-indica, terreno compatto, sole diretto, passanti confusi. Frutti commestibili solo per i più coraggiosi

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op 1.15

FAMU Gorizia

Specchio per allodole

di Serena Palestrina

Finestre ad arco, incastonate in una facciata che richiama ironicamente le forme della Basilica di San Marco, diventano superficie specchiante del cielo, trappola poetica. L’edificio che ospita l’opera (una scuola e palestra all’avanguardia, premiata per le sue qualità sostenibili) si trasforma così in un luogo dove l’ambiente non è solo rispettato, ma anche riflesso, celebrato, imitato. Per una volta, è bello lasciarsi attirare.

> materiali: vetro, acciaio termotrattato, struttura portante in calcestruzzo armato, cielo autentico fornito quotidianamente da condizioni metereologiche variabili

FAMU Gorizia
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INVALICABILE

op 2.1

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Ritorno al futuro

di Soča

“Ritorno al futuro” sfida il tempo e lo spazio, offrendo una nuova prospettiva sul fiume Isonzo a Gorizia. Lungo una passerella sospesa sopra l’acqua, i lampioni non sono semplici fonti di luce: sono portali per il teletrasporto. Ogni lampione, con il suo design futuristico, permette di spostarsi istantaneamente lungo il fiume.  Soča è noto per il suo approccio “veloce” alla vita e alle opere d’arte: in un’epoca in cui il tempo è sempre più prezioso, l’autore ci invita a scoprire il fiume senza fretta, senza la necessità di percorrere chilometri. Con o senza teletrasporto, basta fermarsi un attimo ad ascoltare e osservare le acque sotto di noi per capire cosa è un fiume.

> materiali: Acciaio inox, luci LED ad alta efficienza energetica, tecnologia di teletrasporto (molto teorica, ma decisamente futuristica)

FAMU Gorizia
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op 2.2

FAMU Gorizia

Profumo di Isonzo

di The Pipe Collective

Due buchi nell’asfalto offrono uno spunto inaspettato: fermati e respira. Buchi come varchi attraverso i quali si percepisce il fiume, l’acqua, il vapore. The Pipe Collective, collettivo fondato in cantiere, amante dei relitti e imprevisti domestici, ci invita a vivere ogni passaggio sulla passerella quale esperienza sensoriale unica: ascoltate il rumore e l’odore delle acque del fiume, percepite l’atmosfera che cambia con le stagioni.

> materiali: asfalto, tubi, vapore acqueo, respiro profondo

FAMU Gorizia
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op 2.3

FAMU Gorizia

La Vita è un attimo

di Letizia Scossa

Un cartello consunto dal tempo, inclinato dal vento, arrugginito dalla pioggia e dalla dimenticanza. Sopra, a fatica, si legge ancora: “Pericolo di morte”. L’opera, incastonata su un traliccio dell’alta tensione, diventa un memento mori contemporaneo, un ammonimento poetico immerso nel paesaggio urbano-rurale dei vigneti di Piedimonte del Calvario (Podgora) a Gorizia. 

“Guardare ma non toccare” Letizia Scossa, artista elettro-situazionista, raccoglie segnali d’allarme reali e li trasforma in riflessioni sul destino, la fragilità e la meravigliosa incoscienza con cui attraversiamo lo spazio.

> materiali: ferro ossidato, vernice scolorita, tensione invisibile; realizzato con la tecnica del ready-made atmosferico

FAMU Gorizia
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op 2.4

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Rovine del Sec. XX

di Furlans

Ecco i resti di due edifici dell’era paleo-ATER, costruiti su quella che si ipotizza fosse la strada principale del borgo. Gli edifici, adibiti ad abitazione, erano costituiti da un ingresso che riparava la zona destinata alla preparazione del cibo al pianterreno e da una piccolo giaciglio per la notte nel sottotetto, al quale si accedeva arrampicandosi su una corda.

> materiali: Cemento armato

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
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op 2.5

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Mini bosco sacro con mini Menhir

di Sergio Stonehenge

Appena fuori dal sentiero principale, dove il muschio sembra sapere più storie di quante voglia raccontarne, si apre un minuscolo bosco sacro. Non aspettatevi grandi querce secolari o druidi in attesa: qui tutto è in scala ridotta, ma con un’intensità quasi teatrale. Al centro, mimetizzato tra radici e foglie, si erge un mini menhir. Talmente discreto da sembrare invisibile… tanto che più d’un visitatore lo ha “scoperto” inciampandoci sopra. E no, quello non è il genere di benedizione promessa dal luogo.

Perché in teoria, toccarlo con rispetto porta chiarezza d’idee o almeno un istante di quiete interiore. Ma come ogni creatura silenziosa, va avvicinato con calma e occhio attento. È un piccolo test d’attenzione, in fondo: il sacro non sempre si annuncia in grande stile.

 È un luogo da scoprire senza fretta, con lo spirito aperto e un pizzico d’ironia. Perché anche il mistero, se in miniatura, sa farsi beffe di chi passa distratto.

> materiali: querce rosse, ombra, pietra, muschio

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
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op 2.6

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Torno Subito

di Guardiasala

L’irriverente Guardiasala propone nuovamente una critica al sistema dell’arte contemporanea. La performance vede l’artista newyorkese, travestito da Maschera, intrattenersi con il pubblico lasciando incustodita una sedia rossa che rimane solitaria all’interno dello spazio delimitato dalla pensilina in cemento.

> materiali: Performance

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
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op 2.7

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Panchine Rosse

di Bellissima Miss GILL

Sedici panchine del Quartiere Aurora dipinte di rosso: una performance per sensibilizzare sul delicato tema della violenza sulle donne. Dal 2000 a oggi le donne uccise in Italia sono state 3.230, di cui 2.355 in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio compagno o ex partner. Non basta una panchina rossa in ogni città.

> materiali: Performance

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

op 2.8

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Game Over

di Collectif Tetris

L’opera del collettivo Belga intende reinterpretare la tradizione locale dell’arte musiva in chiave ironica secondo il linguaggio espressivo tipico della pop art.

> materiali: Vernice su intonaco

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

op 2.9

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Cascina Mauroner

di Phil Astry

Qui c’era una cascina. Il tempo scorre inesorabile e il progresso non lascia spazio per le tracce di storia. Quale limite fra area urbanizzara e natura incontaminata? Nell’era dell’iperaccumulazione, si accumulano gli edifici abbadonati, gli appartamenti sfitti, le infrastrutture incompiute. Il mercato immobiliare non lascia spazi vuoti: imperativo assoluto il profitto. Non resta che demolire, trasformare, ri-abitare. Un elogio alla distruzione del tempo che passa.

> materiali: Macerie su prato

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
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op 2.10

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Non ci avrete mai come volete voi

di Banschi

L’opera di street art è parte di un più ampio progetto che l’autore ha eseguito fra il 2018 e il 2019 in alcune città del Friuli a sfondo satirico e riguardanti la cultura e l’etica giovanile.

> materiali: Vernice su cemento

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
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op 2.11

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Stroncamenti

di Collettivo Senonvivabene

Opera sociale di accumulo post-ambientalista. Fare mucchio dei propri moti rivoluzionari stroncati, trasformarli in massa critica occupando il suolo con idee che è difficile togliere di mezzo. Ultima opera conosciuta e pubblica del Collettivo. Da molti definita un testamento generazionale.

> materiali: Ceppi su erba

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
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op 2.12

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Xilofono da giardino

di Giovanni Fabbro

Con Xilofono da giardino, il Fabbro pone nuovamente l’arte relazionale al centro della sua ricerca. Con l’ausilio di rami o bastoni l’installazione permanente si configura ad uso di musicisti e gente che passa con un po’ di noia.

> materiali: Ferro e cemento

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
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op 2.13

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Pinacoteca dei luoghi comuni

da un’idea di Gianugo Polesello

Esposizione passeggera di vita quotidiana e cose già viste. L’opera pittorica diventa una finestra di cemento su parcheggi e appartamenti. Il visitatore passeggia osservando soggetti apparentemente immobili, consapevole di un continuo possibile accadere. Consigliate visite frequenti e ripetute.

> materiali: Vari

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
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op 2.14

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

L’improntante

di Incerto

Opera prima e ultima del giovane muratore Incerto, diventato simbolo casuale dell’arte dell’errore. Dispositivo creativo spesso imitato e declinato in diversi contesti culturali. Un esempio su tutti l’Hollywoodiana Walk of Fame.

> materiali: Suola su cemento fresco

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

op 2.15

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Muro di ghiaccio

di Gianugo Polesello

Il Polesello ci stupisce di nuovo con il suo stile inconfondibile: un muro impermeabile, un pò vetro un pò cemento. Finestre che non sono finestre, permettono agli abitanti di raccogliersi nelle proprie abitazioni, liberi da relazioni indiscrete e convenevoli. Un inno al palazzo di ghiaccio.

> materiali: Vetro cemento

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
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op 2.16

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto

Bunker del Sec. XX

di Furlans

Durante la seconda guerra fredda si teme un’invasione rossa. Nelle regioni di confine tutte le nuove costruzioni devono prevedere bunker antiatomici dove la popolazione si possa riparare. I bunker non sono mai stati usati.

> materiali: Cemento armato e ghisa

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
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op 2.17

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Alleggerire l’attesa

di Comitato pendolari di viale Divisione Garibaldi

Un intervento effimero per alleggerire l’attesa dei pendolari. Un attento recupero e collezione di sedute di pregio di modernariato, messe a disposizione della cittadinanza.

> materiali: Cuoio su asfalto

FAMU Udine - Quartiere Aurora - Foto © 2020 Alice BL Durigatto
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FAMUGORIZIA

il museo di STRACCIS

A CURA DI

Curatela e coordinamento
Giulia Cerrato

Assistenza organizzativa
Benedetta Giacomello

Co-creazione tour virtuale
Enzo Comin
Emanuele Di Quattro
Valentina Masotto
Gregor Persoglia
Samuele Trentin
Roberto Coco
Claudio Paolini

Video a cura di
Emanuele Di Quattro @_d4sign

Composizione Fotografica
Alice Durigatto

 

MONDOMINIO

è un percorso di narrazione multimediale e ricerca etnografica che attraversa contesti urbani e aree di edilizia popolare nei capoluoghi del Friuli Venezia Giulia.

A Gorizia ospita un laboratorio
di Hacking ed esplorazione urbana a cura di Invasioni Creative
. Nell’ambito di GO! 2025 European Capital of Culture 2025 Nova Gorica – Gorizia e in collaborazione con Circolo ARCI Gong e Klub 27 Gorizia.

CON IL SOSTEGNO

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

invasioni creative _ FAMU Trieste
Corsia di emergenza _ FAMU Trieste
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia _ FAMU Trieste
IO SONO FRIULI VENEZIA GIULIA _ FAMU Trieste
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FAMU born in Udine (IT) and experimented in Turin, Pordenone, Trieste and Gjirokastra (AL) .

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